A Pandeli, continuo a “arare” con l’ancora a causa del vento che, come previsto, è aumentato. Dopo vari tentativi di ancoraggio in punti diversi, decido di partire per Lakki, sempre sull’isola di Leros, ma situata sulla costa occidentale. Una volta giunto allo stretto tra Leros e Kalymnos, accade il fattaccio: la cima che tiene legato il paranco del tender si rompe e la parte posteriore del tender, quella con il motore, finisce in acqua, quasi ribaltandosi. Un’enorme quantità d’acqua entra nel tender.
Cosa fare? Il vento è forte e mi avvicino sempre di più all’isoletta nello stretto, ma con questo tender, che ormai è una sorta di “ancora galleggiante“, non riesco a manovrare. Cerco ripetutamente di raddrizzarlo, ma senza successo. Anzi, si capovolge completamente. Decido allora di tagliare la cima che lo tiene legato alla barca – meglio perderlo che rimanere in balia degli eventi – ma un’altra cima si avvolge nell’elica del motore di destra, che si spegne. Pazienza, penso, ho ancora il motore di sinistra. Tuttavia, il motore inizia a surriscaldarsi perché, come scoprirò più tardi, la girante si è rotta. La girante è quella piccola ventola che permette all’acqua di mare di entrare nel motore per raffreddarlo.
A questo punto sembra davvero di essere in un incubo! Cosa faccio?! Devo inviare il mio primo PAM PAM PAM (una chiamata di emergenza, ma senza rischio imminente di vita). Qualcuno risponde, dicendo che informerà le autorità competenti, ma in inglese via radio non è facilissimo capire tutto. Fornisco il mio numero di telefono, ma quando cercano di chiamarmi, non riesco a rispondere (forse il mio telefono non è abilitato? Strano).
Sintonizzandomi sul canale 16 (il canale di emergenza), un italiano mi fornisce i numeri di telefono della marina di Leros, che potrebbe inviarmi aiuto. Nel frattempo, mi accorgo che il tender si è staccato, ma un pezzo di cima è ancora avvolto nell’elica. A questo punto decido di tentare, per la prima volta su questa barca, di andare a vela, aprendo il genoa con due mani di terzaroli, vista la forza del vento e le onde piuttosto sostenute. Con questo vento, riesco a viaggiare decentemente, quindi decido di puntare verso la marina di Kalymnos, che dista circa un’ora e mezza.
Provo a riaccendere il motore di destra, e con sorpresa funziona! Procedo con una combinazione di motore e vela, e tutto va per il meglio finché il vento non rinforza ulteriormente, arrivando a raffiche di 35 nodi. Decido allora di proseguire solo a motore. Finalmente arrivo alla marina di Kalymnos, ma… trovo il porto pieno di barche rifugiate dal vento! Seguo due barche italiane che si sono ancorate all’ingresso del porto e passo la notte con raffiche di 25 nodi. L’ancora terrà?
Il giorno dopo, devo capire cosa è successo al motore di sinistra, anche se è abbastanza chiaro: per qualche motivo, l’acqua di raffreddamento non è entrata e il motore si è surriscaldato. Smonto la pompa dell’acqua e vedo che la girante è completamente distrutta, il che è strano, perché era stata cambiata solo poche ore-motore fa. Pazienza, la cambio di nuovo e finalmente vado a dormire.
C’è sicuramente una lezione da trarre da tutto questo: ho navigato con mare molto mosso e ho lasciato il motore attaccato al tender. La cima del paranco si è rotta a causa delle continue oscillazioni e del peso. La prossima volta lo terrò a mente!
Dopo questa avventura e un trasferimento di circa 20 miglia nautiche, penso proprio che riuscirò a dormire come un sasso!
Il Meltemi ha soffiato su i 20 nodi tutta la notte ma l’ancora ha tenuto egregiamente. Stufo di prendere rafficate in baia, riesco a trovare un posto nella marina comunale di Kalysmos; chiedo ad un ragazzo italiano (Leonardo) che ha appena attraccato con la famiglia se mi da una mano ad ormeggiare; primo ormeggio con poppa verso terra e catena (ormeggio in andana o mediterranea). Non subito al primo colpo (le raffiche mi disturbavano e avevo dato troppa catena che sono arrivato alla banchina che … mancava 1 metro!!! Rifatto e tutto OK. Costo marina senza niente (acqua e corrente credo che si debba pagarla, docce non ci sono …) 27€ per 2 giorni (la notte è contata due giorni, quello di arrivo e quello di partenza (non male neh? Ahahah) ah in più ci sono i 10 euro da dare a quello che ti fa segno e ti da una mano a mettere le cime, che a me va benissimo visto che sono da solo. Il ragazzo italiano che mi ha dato una mano, mi racconta in seguito che era stato a lavorare a Lugano per un fondo bancario … proprio piccolo il modo!
Il paese di Kalymnos, guardando dal mare, è come se fosse un anfiteatro dove le case sono le gradinate. La cittadina in se non è un granché ma ci sono tutti i servizi: bar, ristoranti, farmacie (tantissime … boh), parrucchiere, mercato del pesce, supermercato (da non andare il lunedì presto perché mettono la merce sugli scaffali e c’è un po di casino), club nautico, negozio nautico, …