Introduzione:
La penisola Calcidica – in greco Halkidikí – è quella caratteristica porzione di terra nel nord della Grecia che si allunga verso il Mar Egeo formando tre lunghe “dita” o promontori. Situata a sud-est della Macedonia Centrale, viene spesso descritta dai greci con l’espressione “come una mano con tre dita”.
Queste tre “dita” sono:
- Kassandra, la più occidentale e la più turistica, nota per le sue spiagge attrezzate e la vivace vita notturna;
- Sithonia, quella centrale, più selvaggia e naturale, con spiagge mozzafiato e baie tranquille;
- Monte Athos, la più orientale, che ospita la celebre repubblica monastica autonoma, accessibile solo agli uomini e solo con permessi speciali.
La Calcidica è delimitata da due grandi golfi: a ovest il Golfo Termaico, a est il Golfo Strimonico, mentre tra le “dita” si trovano il Golfo di Toroneos (tra Kassandra e Sithonia) e il Golfo di Singiticò (tra Sithonia e il Monte Athos).
Prima tappa – Isola Diaporos
Dopo l’aperitivo-cena con amici francesi e tedeschi, è iniziato a piovere. Per fortuna avevo già preparato tutto per la partenza del giorno seguente, direzione Penisola Calcidica, in particolare verso il Golfo di Sykia.
Parto verso le 07:00. La prima ora è a motore per allontanarmi dalla costa e trovare un po’ di vento. E il vento, in effetti, c’era: stabile sui 15 nodi, con raffiche che per circa un’ora hanno toccato anche i 25. Purtroppo anche le onde si sono fatte sentire, lunghe e fastidiose, e mi hanno accompagnato per gran parte della traversata: 65,5 miglia nautiche in 9 ore e 30 minuti.
Come sempre, i delfini sono venuti a salutarmi. Ho notato che se la barca scivola bene sull’acqua si divertono a giocare con la prua, ma quando c’è troppo movimento – come oggi – dopo un po’ si allontanano.
La destinazione iniziale era il Golfo di Sykia, ma il vento e le onde da sud-est non rendevano sicuro l’ormeggio. Cambio quindi rotta e mi rifugio più a est, nelle tranquille insenature dell’Isola Diaporos, all’interno del Golfo del Monte Athos: mare calmo e poco vento, un sogno.
Pensavo di restare una o due notti, ma alla fine ci sono rimasto quattro! Il mare era di un turchese intenso e la baia così rilassante che era impossibile andarsene. Ho esplorato l’isola in SUP e anche a piedi. Persino la spesa l’ho fatta in SUP.
La baia era sabbiosa e poco profonda: la fortuna di avere un catamarano è che puoi ancorare anche in meno di due metri d’acqua – in un punto avevo solo 1,5 m sotto la linea di galleggiamento!
Seconda tappa – Diaporti Beach
Il 14 maggio mi dirigo verso il Golfo di Kassandra, l’altro grande golfo della Calcidica. Un po’ di vento all’inizio, poi nulla, e infine di nuovo vento verso la fine. Durante il trasferimento mi concedo una piccola deviazione per dare un’occhiata al golfo di Porto Koufo, dove trovo qualche barca ormeggiata e altre all’ancora.
Dopo 37 miglia nautiche percorse in 6 ore e mezza, getto l’ancora a Diaporti Beach. Pensavo di trovare un angolo super tranquillo, ma anche lì qualche onda riesce a entrare. Poco male: la bellezza del tramonto compensa tutto.
Terza tappa – Nikiti
Il 15 maggio telefono al porto di Nikiti per sapere se c’è posto per il mio catamarano, e la risposta è positiva. Ne approfitto per una bella spesa e, finalmente, dopo una settimana di astinenza… un gelato!
La navigazione è tranquilla, con vento di poppa costante. In sole 3 ore e mezza e 17 miglia nautiche raggiungo il porto di Nikiti.
Nikiti è una cittadina piacevole ma decisamente turistica: spiagge attrezzate, ristoranti, bar e taverne ovunque, e una quantità impressionante di villette a schiera di recente costruzione.
Molto più autentico e interessante è il centro storico, con il suo pavé e le vecchie case in pietra con infissi in legno.
Faccio anche una gita ad Agios Nikolaos, a circa 10 km nell’entroterra, ma preferisco il vecchio nucleo di Nikiti.
Da appassionato di mercatini, non potevo perdermi quello locale, dove si trova davvero di tutto: prodotti locali, abbigliamento, articoli per la casa… e anche abiti da sposa!
Durante la mia permanenza a Nikiti ha piovuto per un giorno intero! Il giorno successivo ho dovuto lavare tutta la barca: era completamente coperta da una patina ocra di sabbia del Sahara. I locali mi hanno detto che non ne avevano mai vista così tanta.
Quarta tappa – Porto Sani
Mi avvicino gradualmente a Salonicco (Tessaloniki), ma il vento non promette bene e non trovo un riparo adatto al vento previsto. Scrivo quindi all’unico porto in zona con disponibilità e… prenoto, anche se il prezzo è da capogiro per la Grecia: 148€ a notte! Beh, una volta si può fare.
Il trasferimento è stato quasi tutto a motore, data la mancanza di vento. Dopo 51 miglia nautiche e 9 ore, arrivo al porto di Sani.
Questa marina è una piccola Montecarlo: yacht eleganti, boutique di lusso, aiuole perfette e ristoranti (costosi) con cucina sia internazionale che greca. Si trovano anche ristoranti asiatici, spagnoli e americani.
In questo periodo è frequentata soprattutto da famiglie con bambini piccoli, molti con passeggino al seguito. Non mancano servizio baby-sitting e caddy elettrici che ti accompagnano dall’alloggio al ristorante.
Il tutto, per me, è un po’ troppo chic… ma ogni tanto ci si può anche cedere al lusso.