Avevo programmato la traversata da Karlovasi a Chios per il 15 marzo: le condizioni del vento sembravano perfette, né troppo forte né troppo debole. Sarebbe stata l’ideale come prima navigata dopo la pausa invernale. Ma il vento ha deciso diversamente. Il 14, la barca non è potuta entrare in acqua: le raffiche erano troppo violente e il responsabile del cantiere ha preferito non rischiare.
Parto quindi il 16 marzo e, secondo le previsioni, le raffiche avrebbero toccato i 25 nodi, un’intensità ancora gestibile. Così, alle 07:00 salpo dal porto e trovo subito un vento da sud rafficato già sui 25 nodi. So che vicino alla costa i venti catabatici soffiano forti, ma al largo di solito si stabilizzano e diventano più costanti.
Durante la prima mezz’ora, tutto fila liscio nonostante qualche raffica, ma poi il vento cala. All’orizzonte, però, noto che sta arrivando qualcosa… e infatti, poco dopo, il vento si fa sentire con tutta la sua potenza! Fortunatamente avevo già issato la randa con due mani di terzaroli e il genoa lo regolavo in base alle raffiche.
Non tutto, però, sta andando come previsto: la modifica che avevo fatto al copriranda e al lazy jack si rivela un disastro. Le cuciture cedono subito e il lazy jack diventa inutilizzabile. So già che l’ammainata della randa sarà complicata…
Nel frattempo, il vento continua a rinforzare e si stabilizza tra i 30 e i 35 nodi per quasi tutta la traversata! “Niente di che,” potrebbe pensare qualcuno meno esperto, ma il problema non è solo il vento: le onde, corte e ripide, rendono la navigazione impegnativa. Essendo nel mare Egeo e non in oceano, tra un’onda e l’altra passano appena 4-5 secondi, creando un moto ondoso piuttosto insidioso.
Devo adattare la mia rotta, cercando il giusto compromesso tra vento e onde. La direzione ideale per raggiungere Chios sarebbe con il vento in poppa, ma ogni volta che la barca surfava un’onda, si infilava nella precedente, rendendo la navigazione scomoda e la barca sicuramente ne risentiva.
Di tanto in tanto, do un’occhiata agli strumenti: la velocità della barca SOG (Speed Over Ground) tocca un massimo di 15 nodi, anche se il mio navigatore segna un picco di 22.7 nodi… decisamente sospetto! Il vento, invece, raggiunge i 40 nodi. Niente male per la prima uscita dell’anno!

Verso i tre quarti della traversata, mi rendo conto che non riesco a mantenere la rotta giusta per arrivare a Chios. Decido quindi di ammainare la vela e procedere a motore. Fortunatamente, pian piano il vento cala fino a stabilizzarsi sui 25 nodi, ma ormai sono troppo provato per issare di nuovo le vele. Continuo con il motore, cerco di rilassarmi un po’… e all’improvviso lo stomaco si ribella. Tra la tensione e il mare agitato, la colazione decide di prendere un’altra via.
Finalmente dopo 52NM percorse in poco meno di 7h e 30min arrivo a Chios, dove mi aspetta Stellios, al quale avevo già comunicato il mio orario di arrivo. Mi aiuta a ormeggiare di poppa; come avevo già letto su Navily, con un minimo di vento nel porto si forma una fastidiosa risacca. Bisogna prestare attenzione alla tenuta dell’ancora e posizionare bene i parabordi a poppa. Come se non bastasse, la strada che costeggia il porto è trafficata e rumorosa. Non capisco proprio come abbiano progettato questo porto…

Dopo aver sistemato il catamarano, vado a visitare la cittadina. È domenica e la baia è animata da gente che si gode l’aperitivo nei numerosi bar. Passeggio lungo la via pedonale principale, piena di negozi, anche se sono quasi tutti chiusi per festività.
Per cena, cerco una tipica taverna greca e provo un antipasto particolare: formaggio servito con una dolcissima marmellata di pomodori. Come piatto principale, scelgo dei bocconcini di merluzzo fritti accompagnati dalla classica garlic sauce.


La mia avventura odierna giunge al termine. Meglio riposare: domani si parte per Oinousses, per trovare un buon riparo dal forte Meltemi in arrivo nei prossimi giorni.