Mi alzo, faccio colazione e controllo se Starlink funziona correttamente, ma scopro che la velocità è bassissima. L’app mi segnala che l’antenna non è allineata. È chiaro: il vento è calato e la barca si è orientata in ogni direzione. Cerco di allineare il piatto (si chiama così?), ma la schiena mi fa ancora uno dei suoi soliti scherzi. Leggo che, per funzionare correttamente in barca, Starlink deve essere montato su una superficie piana, non inclinata. Anche se la velocità non è ideale, la connessione resta comunque attiva; farò delle prove per vedere come va.
Il vento finalmente si placa e decido di partire verso Lakki. Inizio a motore, ma poi approfitto per fare qualche esercizio di virate, che finalmente riescono! Lascio il genoa a collo mentre la barca si è già orientata nella nuova direzione, e sto imparando quando recuperare la vela dall’altra parte, evitando che si incastri nello strallo della tormentina. La risalita a 60° va bene, ma se stringo troppo, la velocità cala drasticamente. Va detto che sto navigando solo con il genoa, con una mano di terzaroli, perché il vento è aumentato leggermente.
Dopo quasi 9 miglia nautiche, arrivo a Lakki. Provo ad ancorarmi in una spiaggetta poco dopo quella dei nudisti, ma l’ancora non tiene. Sarò io il problema? Trovo un’altra spiaggetta, proprio prima dell’ingresso del porto, ma mi rendo conto che ci passano i traghetti. Ce ne sono due: uno alle 23:00 e uno alle 5:00 del mattino. Meglio cambiare e dirigermi al porto, dove si può ancorare più facilmente (ci sono riuscito anch’io!), anche se si è molto vicini alle altre barche. L’acqua non è eccezionale e si sente il rumore del paese, ma pazienza.
Esco con il tender per prendere confidenza con il motore, poi vado a cenare al ristorante “SOUVLAKKI” proprio di fronte alla mia barca. Qui non trovi le classiche specialità greche, ma una varietà di panini, pite, gyros (questo sì, greco!), insalate e kebab di diversi tipi. Tutto molto buono e a prezzi più che contenuti. Infatti, poco dopo, tutti i tavolini si sono riempiti.
Dopo cena, faccio un giro per la cittadina e noto un’atmosfera diversa: i giovani e i ragazzi non sono vestiti tutti uguali, sfoggiando scarpe da 500€ o la borsetta Jordan. Alcuni pescano, altri chiacchierano tra di loro senza nemmeno toccare il telefono, e un gruppo sembra giocare con delle scarpe, ma non c’è nessuno che viene preso in giro. Un altro mondo!
Il giorno seguente, senza vento, decido di fare una camminata in “montagna” fino a 210 metri sul livello del mare per visitare il “parabolic acoustic mirror“, o “muro di ascolto”, utilizzato durante la Seconda Guerra Mondiale per intercettare l’arrivo di aerei nemici. Si tratta di tre parabole, dove i soldati si posizionavano nel fuoco acustico, il punto in cui i suoni convergono, per segnalare eventuali aerei in arrivo. La salita è iniziata su un sentiero tracciato, poi ho seguito i sentieri delle capre. La discesa? Beh, basta scendere e trovare qualcosa! Fa un bel caldo, e la brezza rinfresca solo a tratti. Per fortuna, la schiena ha retto bene in salita, mentre in discesa sono andato piano per evitare colpi.
Durante la passeggiata, ho percorso anche la strada “principale”, che definirei così solo per il nome, dato che passa un’auto al minuto. L’isola è ben curata, con ristoranti e taverne, le strade sono in buone condizioni e la gente è cordiale. La municipalità distribuisce volantini per far conoscere Leros, ma noto che ci sono pochi turisti, per lo più italiani (arrivati in barca), francesi e qualche greco. Lo stesso vale per Kalymnos. Kos, invece, è molto più frequentata: ci sono campeggi, villaggi turistici, e la cittadina di Kos è vivace, soprattutto di sera. Il villaggio di Zia è pittoresco e attira molti visitatori. Penso che la differenza principale sia la presenza di un aeroporto internazionale. Quando mi sono spostato in traghetto da Kos a Leros, ho notato che i turisti sono più alternativi, in cerca di tranquillità.
Anche la giornata del 20 si preannuncia poco ventilata, così decido di fare un giretto al castello di Pandeli. Da lì si gode di una splendida vista sia sulla baia di Pandeli che su quella di Agia Marina. La salita a piedi da Platanos è piuttosto impegnativa, specialmente ad agosto senza un filo di vento. Per chi è motorizzato, c’è una strada che parte direttamente da Pandeli. Anche oggi, come ieri, la schiena ha retto bene in salita, mentre in discesa ho dovuto evitare gli scalini per non affaticarla troppo.
Al ritorno, mi sono occupato di ritirare il condensatore per la macchina che produce acqua potabile. Lo sostituisco, ma il problema persiste, e la macchina non parte. Dopo qualche tentativo, scopro però che, se interrompo l’afflusso d’acqua dal mare per mezzo secondo e attivo la pompa ad alta pressione esattamente in quel momento, la macchina riprende a funzionare. Scrivo ad Aquatec per spiegare la situazione, e mi rispondono di eseguire alcuni test. Vedremo domani come andrà.
Il vento oggi (21 agosto) sembra promettente, ma sto ancora aspettando con ansia il pacchetto con il cavo di alimentazione per il computer. Il cavo attuale non fa bene contatto, e finché non arriva non posso dedicarmi completamente al lavoro. Potrei approfittarne per fare un giro e finalmente issare la randa, ma ho il dubbio se ritroverò il mio posto in porto al ritorno. Inoltre, devo risolvere un problema con il sito: non riesco a modificare il template.
Curiosità: se su queste isolette i locali suonano continuamente il clacson, non è per rabbia, ma per salutare! All’inizio non l’avevo capito e mi sembrava di essere a Napoli. Qui la circolazione è molto rilassata: se devi andare al bar, il parcheggio è proprio davanti, anche se non ci sono strisce. Ieri ho assistito a una scena particolare: molti locali vanno in moto senza casco, anche se è obbligatorio, mentre quasi tutti i turisti lo indossano. Ho visto una coppia di turisti in scooter fermata dalla polizia. Il turista era pronto a pagare la multa, ma il poliziotto li ha solo avvertiti e lasciati andare, con il casco in testa.
Il giorno seguente è stato dedicato ai compiti amministrativi: appartamenti, casa, banca… tutte cose che sembrano semplici ma portano via un sacco di tempo. Nel frattempo, ho cercato di familiarizzare con l’AIS e di collegarlo a Navionics. Ho iniziato anche quei lavori che si rimandano sempre, finché non fa un po’ più fresco. Una volta cominciato, è stato difficile fermarsi, ma i progetti rimasti verranno completati domani.
A lavoro terminato, arriva l’appetito. Ho deciso di cenare di nuovo al “SOUVLAKKI”, ma stavolta ho ordinato il “Grill mix”. Un piatto abbondantissimo, quasi impossibile da finire! Ho persino dovuto sfamare i gatti che girano per l’isola.
Il giorno dopo, volevo installare nuove prese da 230V, ma mi mancano le tazze per i fori, così decido di noleggiare uno scooter per esplorare meglio l’isola. Pensavo di conoscerla già abbastanza bene, ma mi sono dovuto ricredere. Vado in senso antiorario, ripercorrendo strade già battute a piedi, finché non mi imbatto in un tratto completamente sterrato. Non ero l’unico lì, e alla fine siamo tornati indietro. Con la benzina quasi finita, mi dirigo verso Lakki per fare rifornimento.
Ho visitato ancora una volta Pandeli, Agia Marina e Alinda, dove ho trovato piccoli bar accoglienti. Dopo Alinda, ho scoperto una baia molto tranquilla (Alinton?)con un resort e un paio di ristoranti. Proseguendo, sono arrivato nella zona di Partheni, dove si trovano l’aeroporto e due grandi porti per il rimessaggio delle barche. La zona non è un granché, ma più avanti ho trovato la spiaggia di Blefoutis, un luogo carino e poco frequentato, con un solo ristorante. Ho poi visitato una chiesetta su uno scoglio, Agios Isidoro, molto suggestiva, raggiungibile tramite una passerella di cemento. Il mio giro è proseguito fino alla spiaggia di Kokkina, la famosa spiaggia per nudisti… ma stranamente, tutti indossavano il costume.
Il giorno dopo, mi sono dedicato ai lavori in barca. Ho installato le prese di corrente, un compito non facile a causa degli spazi vuoti tra i pannelli che rendono difficile tirare i cavi. Ho misurato e forato, riuscendo comunque a sistemare la presa. Poi mi sono dedicato ai manometri dell’acqua e del carburante, che segnavano valori sballati. Dopo vari tentativi, quello dell’acqua ha segnato il pieno per due secondi, per poi tornare a zero. Quello del carburante segna o ¼ o ¾, creando non poca confusione rispetto alle tacche segnate sul serbatoio.
La giornata, però, non è finita lì. Mi accorgo che il “windex“, che indica la direzione del vento, e l’anemometro, che misura la velocità, sono bloccati. Ho quindi scritto al marina più vicino per cercare qualcuno disposto a salire in cima all’albero e smontarli, così potrò capire se è possibile ripararli o se devo sostituirli.
Finalmente, oggi è arrivato il pacchetto tanto atteso! Mi sono recato all’ufficio postale di Lakki, ma il pacco si trovava ad Agia Marina (ho scoperto che “Agia” significa Santa, e non baia o spiaggia come pensavo!). Con il bus mi sono diretto a prenderlo, e dopo due settimane di attesa (1 e ½ in Grecia), ho finalmente ricevuto il mio cavo.
Ricevo anche una risposta alla mia richiesta per qualcuno che salga in testa d’albero, ma nessuno sarà disponibile questa settimana. Dopo un pranzo leggero e un riposino, mi sveglio e noto che il mio tender si è staccato e galleggia a riva. Fortunatamente, non è danneggiato. Concludo la giornata con l’idea di partire domani per il nord dell’isola o, con un po’ di fortuna, per Lipsi. Finalmente!