Realtà 1 – Previsioni vento 0. Avevo atteso questo giorno per dirigermi verso l’isola di Chios, convinto che le previsione fossero state giuste. Mi sveglio prima dell’alba e decido di partire, sapendo che nella prima parte del tragitto avrei dovuto fare affidamento sul motore, data l’onda contraria e l’assenza di vento da nord. Purtroppo, il vento soffia quasi da ovest, smentendo le previsioni.
Non avevo previsto onde così alte, fino a 1,5-2 metri, e la barca fatica ad avanzare. Dopo un paio d’ore di motore, mi rendo conto che non è giornata per raggiungere Chios. Passo al piano B: rotta verso l’isola di Ikarìa. Il vento è capriccioso, alternando raffiche di 15 nodi a momenti di meno di 8 nodi. Per peggiorare le cose, il mare diventa “incrociato”, con onde che arrivano da nord e da ovest, rendendo la navigazione scomoda. Mi avevano avvertito delle difficoltà del passaggio tra Samos e Ikaria, ma non immaginavo che le onde fossero così insopportabili.
Dopo circa cinque ore di navigazione, con lo stomaco che iniziava a risentire delle onde incrociate, un delfino fa capolino, come per dirmi: “Tranquillo, sono qui!”. È stato un momento di gioia!
Alla fine, dopo aver percorso le 35 Miglia Nautiche in 6h 30min, arrivo a Ikarìa e mi ancoro perfettamente nella baia di Famari, dove le condizioni sono decisamente migliori.
Durante la notte, il vento aumenta d’intensità e il mare si ingrossa, ma nonostante la culla un po’ violenta, riesco a dormire serenamente perché l’ancora tiene benissimo. La mattina seguente, con il vento in crescita, chiamo il porto di Agios Kirykos e mi confermano che hanno un posto per me. Preparo la barca, armo il genoa con due mani di terzaroli, ma aumento ad una, ma la barca fatica a superare le onde con una velocità di 10 nodi. Rimetto la seconda mano di terzaroli e, anche se continuiamo a 10 nodi, la barca sembra molto più bilanciata. 5 Miglia Nautiche in poco più di mezzora é un bel navigare!
L’ingresso al porto è stretto, ma fortunatamente il vento è meno forte lì. Pensavo di ormeggiare con la prua al vento, così avevo preparato le cime a sinistra, ma mi fanno mettere con la poppa al vento! Nel trambusto, una cima finisce nell’elica, ma con l’aiuto di alcune persone riesco comunque ad ormeggiare. Che avventura questi due giorni!
Ikaria, l’isola dove, secondo la leggenda, Icaro cadde in mare dopo che le sue ali si sciolsero al sole. È più piccola di Samos e molto montuosa. Ci possono volere anche due ore per spostarsi da una parte all’altra dell’isola!
Il New Yorks Time l’ha definita “l’isola dove la gente dimentica di morire”; infatti la durata media di vita é di ben 10 anni superiore alle altri parti del mondo.
Agios Kirykos, la città principale, è piccola ma graziosa, con i tipici vicoli stretti. Lungo la costa sud-est c’è il paesino di Therma, famoso per le sue acque termali. La grotta termale che si apre sul porto non è calda come mi aspettavo, ma ci sono altri luoghi sull’isola dove sgorgano acque termali. A Lefkada, per esempio, si arriva alla spiaggia e si cammina verso sud-est per circa 50 metri; il mare è spesso mosso, ma l’acqua termale è caldissima, in alcuni punti persino troppo. Un’altra sorgente si trova vicino all’aeroporto, a Agia Kyriaki, in una spiaggia solitaria piena di rifiuti portati dal mare, ma con acque termali di temperatura perfetta. Infine, ho trovato un’altra piccola sorgente proprio al porto, tranquilla, ma l’acqua era decisamente troppo calda.
Le guide turistiche consigliano di visitare Seychelles Beach, rinomata per le sue acque cristalline. Io, però, non sono stato così fortunato, trovando il mare mosso e la spiaggia molto piccola. In alta stagione, dev’essere affollatissima. La spiaggia di Livadi mi ha tratto in inganno: c’è una Livadi sulla costa sud-est, piccola e ghiaiosa, ma quella consigliata è sull’altra costa, vicino ad Armenistis. La spiaggia di Nas è famosa tra i nudisti, e quello che ho trovato interessante è che, dopo il bagno nel mare, mi sono risciacquato in un piccolo lago di acqua dolce. Le guide non citano molte altre spiagge, ma quella di Agios Georgios, nel nord, è stupenda, anche se bisogna camminare almeno 15 minuti per raggiungerla.
Ho trovato i paesini della costa nord-ovest più affascinanti di quelli dell’altra costa, anche se mi hanno detto che in inverno sono praticamente deserti. Ho trovato carino il porto di Magganitis, con i suoi bar dall’atmosfera un po’ alternativa.
All’interno dell’isola si trova il paesino di Raches, noto per la musica locale e le feste estive. Ho anche visitato Akamatra, famoso per le sue case in pietra; molte sono state intonacate, ma una è rimasta nel suo stato originale. Girando l’isola, si vedono spesso case in pietra con tetti in piode e numerosi muri a secco.
Non sono riuscito a visitare il Monastero Theoktistis perché era chiuso, ma la torre di Drakano vicino a Faro è stata comunque una visita interessante.
Mi verrebbe da definire quest’isola come “dove il mare incontra le Alpi”. Le sue vette scoscese e le strade piene di tornanti che si arrampicano sulle montagne ricordano paesaggi alpini, così come le case in pietra e persino la presenza di alberi di castagno! Quello che mi ha lasciato perplesso, però, è la quantità di auto e pulmini abbandonati che si trovano qua e là sull’isola.
I racconti dei locali sono sempre affascinanti: molti americani scelgono Ikaria per le loro vacanze estive perché, circa cinquant’anni fa, numerosi ikarioti emigrarono negli Stati Uniti per lavorare come imbianchini. Nonostante abbiano costruito una vita oltreoceano, hanno mantenuto le loro case sull’isola, dove tornano ogni estate.
La popolazione residente a Ikaria non è numerosa, quindi le competizioni sportive sono rare. Di tanto in tanto, le squadre di 4-6 isole vicine si incontrano a Samos per disputare dei tornei. Tuttavia, d’inverno, il mare spesso impone condizioni proibitive per attraversarlo, e alcuni atleti arrivano talmente provati dal viaggio che non riescono nemmeno a partecipare alle partite!
Il vento atteso per proseguire verso nord non arriva, quindi aspetto quello giusto per la prossima destinazione …