Navigando verso Fanari e oltre: tra lagune, saline e città greche
Come sempre, per le traversate di più ore cerco di partire la mattina abbastanza presto, così da prendermela con calma. Stavolta, però, ho dovuto aspettare una buona mezz’ora all’uscita del porto: proprio mentre stavo per lasciare l’ormeggio, stava arrivando una grossa nave mercantile. Pazienza.
La partenza è avvenuta con un vento appena accettabile. Poi ha rinforzato un pochino, poi di nuovo è calato quasi a zero, e infine ha ripreso fiato. Intanto, io zigzagavo tra un’infinità di boette – tra coltivazioni di ostriche e segnali di pesca – cercando di mantenere la rotta senza finire in qualche rete. L’ultima ora è stata la più delicata: mi sono dovuto concentrare per non trovarmi in acque troppo basse. La laguna nei pressi di Fanari è molto estesa, ma anche a diverse centinaia di metri dalla riva ci sono zone con fondali di pochi metri.
Tutto sommato, comunque, è stata una traversata molto piacevole. Il mare era calmo, così ne ho approfittato per far funzionare il dissalatore e ricaricare il serbatoio di acqua potabile. Piccole soddisfazioni di bordo.
Arrivato nel porto di Fanari, ho trovato diverse imbarcazioni che vi svernano, il che è sempre un buon segno: porto sicuro. Come da indicazioni, ho trovato un posto per ormeggiare poco dopo l’ingresso.
Fanari è un paesino tranquillo – almeno in questo periodo – e già si vedono diversi camperisti, molti dei quali provenienti dalla Bulgaria. Le spiagge qui sono lunghe, con sabbia un po’ grossa e in alcune zone piccoli sassolini. L’ambiente intorno è molto acquitrinoso: la laguna si estende per chilometri, creando un ecosistema affascinante.
Un po’ più a ovest si trova Porto Lagos, dove c’è un altro porto con molte barche ormeggiate o tirate a secco per l’inverno. Lì ho visitato anche il centro informativo del parco nazionale: una signora molto preparata mi ha illustrato, con l’aiuto di una cartina, le varie aree protette e i punti di interesse naturalistico. In questo periodo non è possibile visitare la zona degli aironi per via della stagione riproduttiva, ma con un binocolo si può comunque osservare una miriade di specie diverse: un paradiso per gli appassionati di birdwatching.
La laguna di Vistonida, tra le prefetture di Xanthi e Rodopi, è una vera chicca dal punto di vista ambientale. I pescatori locali usano ancora un sistema tradizionale di pesca lagunare stagionale. Durante l’inverno chiudono i canali che collegano la laguna al mare con paratie o reti, così i pesci restano nelle acque interne, ricche di nutrienti. Poi in primavera riaprono i canali e, quando i pesci si muovono verso il mare, li intercettano con trappole o reti. Un sistema antico ma sostenibile, perfettamente in equilibrio con i cicli naturali.
Durante uno dei miei giri in bici nella laguna, mi sono imbattuto in una montagna di sale vicino alle saline. Finalmente sono riuscito a filmare dall’alto i colori meravigliosi delle vasche! Peccato che in questo periodo siano in fase di pulizia: rimuovono la melma per poi far entrare di nuovo l’acqua e ricominciare il processo di produzione del sale.
Per esplorare meglio la zona, ho noleggiato un’auto e mi sono spinto verso alcune città vicine.
La prima è stata Kavala, affacciata sul mare ma con un profilo collinoso. Molto turistica, il che significa: trovare parcheggio è un’impresa. Per mia fortuna ho trovato un posto a pagamento. Ma come si paga? Si va all’edicola e si compra un cartoncino tipo gratta e vinci: si gratta la data e l’orario d’arrivo. Due euro per due ore. Originale.
La città in sé non mi ha colpito particolarmente. Il castello è l’unico punto davvero degno di nota, più che altro per la vista spettacolare sulla città e sul mare, con l’isola di Thasos ben visibile. Scendendo, non si possono ignorare i tanti negozietti che vendono i famosi Kourabiedes, i biscotti tipici di Kavala: friabili, alle mandorle, burrosissimi. Una vera bomba… calorica e di gusto!
Al ritorno ho provato a raggiungere la foce del fiume Nestos. Purtroppo senza un’auto adatta alle strade sterrate è impossibile. Il fiume ha creato nel corso dei millenni un grande delta, oggi area naturale protetta. In alcuni paesi della zona hanno perfino installato piattaforme sui tralicci della corrente per permettere alle cicogne di nidificare. Uno spettacolo.
Poi è stata la volta di Xanthi, nell’entroterra. Più tranquilla e meno turistica di Kavala, ma con un centro storico che conserva ancora un certo fascino. Attenzione però che per trovare un parcheggio non semplicissimo; infatti c’é chi posteggia in quanrta fila … Il mercato della domenica è un’esperienza: i venditori gridano per attirare i clienti, come una volta. Ho quasi fatto indigestione di fragole: erano così buone che era impossibile smettere. Ci sono anche tante bancarelle con vestiti taroccati a basso costo. In una ho visto due scatole piene di lumache, ma nessuno sembrava interessato…
Anche Fanari ha il proprio mercatino domenicale, seppur molto piccolo, mentre quello di Porto Lagos è un po’ più grande e offre una maggiore varietà, pur mantenendo un’atmosfera semplice e locale.
Una curiosità: a Xanthi molti abitanti parlano tedesco meglio dell’inglese, perché tanti hanno lavorato in Germania.
E poi, nel cuore della città vecchia, c’è il piccolissimo museo delle ombre (The House of Shadows), con le “sculture” di un artista locale: opere di luce e tagli che danno vita a silhouette sorprendenti.
Un’altra cosa che mi ha colpito è la pacifica convivenza tra musulmani e ortodossi. È normale vedere per strada sia donne con il velo tipico islamico, sia altre vestite all’occidentale.
Durante la mia visita domenicale, mi sono anche imbattuto in una gara automobilistica – quasi tutte BMW – in cui le auto affrontavano un percorso a ostacoli in derapata attorno a bidoni. Spettacolare.
Infine, Komotini: la più tranquilla delle città visitate. È pianeggiante e si dice che, essendo universitaria, sia più viva la sera. In realtà ho visto solo qualche bar animato dopo il tramonto, mentre il resto – anche nelle viuzze più caratteristiche – era tutto chiuso. Forse in estate si ravviva un po’ di più.
Ho avuto però la fortuna di assistere per caso a una rappresentazione di balli tipici greci: prima ballavano solo i membri del gruppo, poi si sono uniti anche alcuni spettatori. Momenti semplici, ma carichi di atmosfera.