Oggi il vento sarà perfetto! Parto con mezz’ora di motore per superare uno stretto poco profondo, poi via, tutto a vela! Il vento oscilla tra i 13 e i 17 nodi, l’onda è bassa e la navigazione tranquilla… forse troppo, ma meglio non dirlo! Dopo quasi 7 ore e 14 miglia nautiche, arrivo al porto di Mytilini (o Mitilene). Seguendo i consigli dell’app Navily, contatto l’autorità portuale, che mi indica dove ormeggiare e mi invita poi a passare per il pagamento.
Sistemata la barca, mi dirigo alla Guardia Costiera, dove mi fanno compilare un modulo come se arrivassi dall’estero. Mi chiedono il “transit log”, un documento richiesto ai non europei, e discutono un po’ su cosa farmi fare, chiamando non so chi per decidere se debba compilare la “crew list”, nonostante navighi in solitaria. Sempre molto gentili, ma non capisco tutti questi dubbi! Alla fine, però, nessuna tassa portuale: ottimo!
Voglio acquistare una tessera per acqua e corrente, ma il chiosco che le vende ne è sprovvisto. Dopo un po’ di ricerche, trovo un’altra autorità portuale che finalmente me ne fornisce una.
Finalmente posso mangiare qualcosa, e con mia grande sorpresa, l’unica altra barca a vela presente in porto mi dà il benvenuto! È una coppia di francesi, navigatori di lungo corso, che girano il Mediterraneo e hanno già fatto qualche traversata oceanica. Lui è in pensione da qualche anno, mentre lei ha appena smesso di lavorare. Entrambi erano ricercatori al CNRS (se ho capito bene). La serata si conclude con un aperitivo a bordo della loro barca: un incontro piacevole e interessante.
Il 25 marzo è la festa nazionale greca, che celebra l’inizio della guerra d’indipendenza dall’Impero Ottomano, scoppiata a Patrasso nel 1821. A Mitilene, come in tutta la Grecia, si tiene una grande parata lungo la strada principale della città. A sfilare sono la banda militare, le forze armate, gli studenti di numerose scuole in divisa, i samaritani della Croce Rossa, i vigili del fuoco, le persone cieche e con disabilità, gli scout e molti altri gruppi della comunità.
Ciò che mi ha colpito di più è che tutti, anche i più piccoli, marciano seguendo il ritmo scandito da un tamburo. Alcuni sostengono che questo non sia solo un aspetto coreografico, ma contribuisca a rafforzare il senso di patriottismo e il legame tra di loro.
Mi organizzo per esplorare l’isola e noleggio uno scooter. Lesbo è famosa per due cose: il miglior ouzo della Grecia e gli 11 milioni di ulivi che ricoprono il paesaggio. Viaggiando tra le colline, si alternano immense distese di ulivi e grandi pinete.




Per il miglior ouzo bisogna andare a Plomari, dove si trovano le due distillerie principali e un piccolo museo. Quest’ultimo non è particolarmente entusiasmante, ma la ragazza che lo gestisce spiega con passione il processo di produzione di questo liquore nazionale.




Non lontano da Agia Paraskevi c’è il “Museo della produzione industriale dell’olio di oliva“, dove un video illustra ogni fase della lavorazione, dalla raccolta alla spremitura. Purtroppo, non riesco a trovare olio artigianale da acquistare.
Oltre agli ulivi e ai pini, l’isola offre anche cittadine pittoresche. Methymna, conosciuta anche come Molyvos, è affascinante, con il suo imponente castello (peccato che fosse in parte chiuso per restauro). Anche Petra, poco più a sud, merita una visita.
Dopo Plomari, mi dirigo ad Agiasos, passando per Megalochori, sperando di trovare un po’ di vita. In realtà, incontro solo due persone! Inoltre, attenzione: da Megalochori la strada diventa sterrata per circa 5 km. Agiasos, invece, è un borgo davvero interessante, con la sua Panagia, una chiesa dedicata a Maria, e piccoli negozi che vendono prodotti locali, anche se molti sono ancora chiusi per la bassa stagione.
Una delle tappe che mi ero prefissato era la visita alla Foresta Pietrificata. Mi chiedevo: com’è possibile che degli alberi si pietrifichino?
Circa 20 milioni di anni fa, l’isola di Lesbo fu devastata da violente eruzioni vulcaniche. La cenere ricoprì intere foreste, e successivamente, le alluvioni la spazzarono via, depositando colate di fango ricche di silicio. Nel corso del tempo, le molecole organiche del legno vennero progressivamente sostituite da quelle di silicio, trasformando gli alberi in fossili di pietra.
Il mio consiglio è di iniziare la visita dal museo di Sigri, che offre una spiegazione dettagliata del fenomeno e un piccolo parco con alcuni tronchi pietrificati. Poi, a circa dieci chilometri a nord, si può fare una suggestiva passeggiata di almeno un’ora nel parco principale, dove si trovano numerosi tronchi pietrificati immersi in un paesaggio unico.
Mitilene, la città dove mi trovo, è il centro più grande dell’isola, con circa 35.000 abitanti. Qui manca un po’ l’atmosfera tipica delle piccole isole greche: la cordialità c’è, ma il ritmo di vita è quello di una grande città. Bisogna chiudere a chiave scooter e biciclette, si incontrano senzatetto e, appena fuori città, c’è un grande centro per migranti, testimone della posizione strategica di Lesbo nel Mediterraneo orientale.
Casualmente, ho conosciuto alcuni giovani provenienti da Francia, Italia e Svizzera che lavorano come volontari in un’ONG, offrendo aiuto ai migranti che arrivano principalmente da Afghanistan, Siria e Africa. Mi raccontano che, mentre i migranti mediorientali vengono generalmente accettati in Turchia, quelli africani subiscono un trattamento molto più duro: alcuni vengono persino incarcerati.
Le frontiere marittime sono strettamente sorvegliate. Durante la traversata da Mitilene a Molyvos, ho incrociato numerose imbarcazioni della guardia costiera turca e greca, oltre a un elicottero che pattugliava incessantemente la zona. Sembra che la Turchia voglia trattenere i migranti per ottenere incentivi finanziari dall’Europa, mentre la Grecia cerca di limitarne l’afflusso perché il campo profughi è già sovraffollato.





I prossimi giorni il tempo e il vento volgono a mio favore e l’isola l’ho visitata quasi completamente.
La distanza verso la nuova destinazione é di circa 80 NM ed é quindi necessario effettuare una tappa intermedia. Direzione Molyvos: 32NM e 5.5 ore di poco vento e quindi molto motore, ma con una stupenda sorpresa! Vedi il video
Una carellata della scoperta dell’isola di Lesbos