Verso le Sporadi: il trasferimento e le sue isole
Rispetto a Platamonas, le isole Sporadi si trovano a una settantina di miglia nautiche. Poiché il vento non è molto favorevole (troppo debole), decido di effettuare il trasferimento in due tappe.
Le previsioni indicano vento discreto a 3-5 miglia dalla costa, mentre nella zona dove dovrei navigare io risulta molto debole. In effetti, parto a motore per un paio d’ore, ma in lontananza noto sull’acqua la classica linea più scura che segnala la presenza di vento. Issata subito la randa, approfitto di un vento termico locale che mi consente finalmente di avanzare a vela, anche se solo per una mezz’oretta. Poi si torna al motore… Poco dopo, un’altra linea scura: altro vento termico da terra, di nuovo utile per mezz’ora. Questi venti locali non sono previsti dalle app meteo che utilizzo, ma basta osservare bene il mare e le sorprese possono arrivare!
AGGIORNAMENTO: durante questa trasferta noto qualcosa di strano a pelo d’acqua: la pinna di un pesce, tutta storta, che scende e risale. Forse erano due pesci… mi dico: poverino, sarà un pesce in fin di vita.
Leggo però qualche giorno dopo il racconto di un velista che ha visto la stessa scena, spiegando che si trattava di una manta!
Peccato non averla fotografata…
Dopo poco più di 4 ore e circa 15 miglia nautiche, arrivo al porticciolo di Agiokampos, dove sono completamente solo, a parte gli immancabili pescatori. In bici esploro un po’ i dintorni, ma qui la stagione turistica non è ancora iniziata: tutti lavorano per preparare spiagge, baretti, gazebi e appartamenti, ma è ancora tutto chiuso. Il porto è ben costruito, ma credo venga usato principalmente come tappa di transito tra le Sporadi e il Nord del golfo, visto che nei dintorni non c’è nulla di particolarmente interessante.
Passo una notte tranquilla e, la mattina dopo, riparto verso Sud, senza sapere ancora se la rotta sarà verso le Sporadi o il golfo di Volos. Sto ancora aspettando una risposta dal responsabile del porto di Skiathos per sapere se potrò attraccare. Fortunatamente, la risposta arriva presto: rotta verso la prima delle Sporadi!
1ª Isola: Skiathos
Dopo una piacevole navigazione con un vento discreto, percorro circa 44 miglia nautiche in 7 ore e mezza e arrivo al porto, dove il responsabile si sbraccia per indicarmi dove ormeggiare. Nonostante un vento laterale abbastanza forte, la manovra riesce senza problemi.
Il paese di Skiathos è molto turistico, ma riesce comunque a conservare un certo fascino greco. In questo periodo, il 95% dei visitatori sono inglesi, che probabilmente non parlano nemmeno una parola di greco: nei ristoranti, negozi o supermercati non si sente più il classico “Kalimera” o il colloquiale “Yassas”, ma solo “Hello” o “Good morning”… un po’ un peccato.
I menù dei ristoranti sono pensati per un pubblico internazionale più che greco: oltre alle poche pietanze tipiche, abbondano pizza, risotto e spaghetti. Manca solo la fondue per i turisti svizzeri! I prezzi sono piuttosto alti: una moussaka costa mediamente 15€, quando normalmente la si paga intorno ai 10€. Cercando bene, però, ho trovato un take away che la propone a 8,50€.
All’inizio non capivo perché così tanti ristoranti, gelaterie, pasticcerie e tour in barca si chiamassero “Mamma Mia”, poi ho scoperto che alcune scene del celebre film sono state girate proprio qui e, in maggior parte, a Skopelos. Il cinema locale proietta quasi ogni sera il film, e le serate sono quasi sempre sold out!
Skiathos è perfetta da esplorare in mountain bike, anche se la strada principale è un po’ troppo trafficata. Ho preferito quindi le strade secondarie, più ripide ma molto panoramiche. Le spiagge sono lunghe, di sabbia fine e con acqua cristallina, anche se purtroppo costellate di ombrelloni. Alcuni monasteri sono molto suggestivi: oltre alla spiritualità del luogo, i monaci producono grappe, conserve e miele.
Durante una pedalata mi sono imbattuto in un rifugio per cani gestito da una donna inglese. Si trova in collina, lontano dai centri abitati, ma molto frequentato: si possono portare i cani a passeggio, acquistare gadget e, ovviamente, fare donazioni. Mi ha davvero colpito la dedizione con cui viene gestito!
Per visitare la parte sud dell’isola ho preso l’autobus. Curiosamente, la tariffa è fissa: 3€, sia che tu faccia una sola fermata sia che ne faccia venticinque. Più semplice di così!
L’ultimo giorno volevo andare a vedere le rovine di Kastro, ma a metà strada la mia bici ha “alzato bandiera bianca”. Tornato alla base, ho smontato il motore e ho trovato un pezzo molto consumato: la bici è praticamente inutilizzabile. Appena arriverò in una città, lo ordinerò online e me lo farò recapitare in porto o tramite posta.
2ª Isola: Skopelos
Oggi ho pensato: da Skiathos a Skopelos sono poche miglia, appena c’è un filo di vento, cerco di approfittarne senza usare il motore. Detto fatto! Appena fuori dal porto, il vento comincia a soffiare e riesco a muovermi discretamente. Dopo essere arrivato in vista dell’isola, però, il vento sparisce completamente. Poco più di mezz’ora a motore, e poi di nuovo vento da un’altra direzione. Vele su di nuovo, anche se il vento è molto leggero. Ma non ho fretta! Dopo 23 miglia nautiche in poco più di 5 ore, arrivo con calma al porto di Skopelos. Ormeggio tranquillamente e mi stupisco per la scarsità di barche… qualche ora dopo la risposta: da sei diventiamo una ventina! Con tutte queste flottiglie di charter che fanno la stessa rotta, conviene arrivare presto per trovare un buon posto!
Appena arrivati si resta estasiati dalla bellezza del paesino: case chiarissime, balconi in legno e tetti arancioni. Skopelos è decisamente più autentica e meno turistica rispetto a Skiathos.
Visto che qui sono state girate molte delle scene di “Mamma Mia”, noleggio uno scooter e vado a visitarne i luoghi. L’isola è molto montuosa e verdissima. La celebre chiesetta si trova su un pinnacolo raggiungibile tramite una scalinata ripidissima! Mi chiedo come abbiano fatto attori, registi e cameraman con tutta l’attrezzatura… elicottero? La spiaggia con l’acqua azzurrissima è esattamente come nel film! Peccato non abbiano lasciato la passerella usata nelle riprese: sarebbe diventata un’attrazione fotografica.
Anche la cittadina di Glossa, situata in collina, merita una visita: case bianchissime e tetti in terracotta, atmosfera molto suggestiva.
3ª isola: Alonissos e il suo parco
Alonissos l’ho inizialmente “utilizzata” come tappa intermedia, per poi procedere verso nord-est ed esplorare il Parco Marino delle Sporadi (vedi breve descrizione). Il 4 giugno sono partito dal porto di Skopelos e, dopo poco più di 3 ore e 19 miglia nautiche, ho raggiunto la baia di Gerakas, nel nord di Alonissos. La navigazione è stata quasi tutta a motore, a parte una breve parentesi di 15 minuti con vento decente. Speravo di essere da solo in baia, ma – visto che è l’ancoraggio ideale per partire verso il parco – alla sera c’erano già sei barche. Durante il giorno, essendo arrivato in mattinata, ho fatto un piccolo giro con il SUP.
La mattina seguente mi sveglio presto, dicendomi: “Parto prima degli altri così mi prendo il posto migliore nelle baie più gettonate del parco!”. Peccato che a quell’ora tre barche fossero già partite…
Nel parco si possono visitare soltanto due isole. La prima, Kyra Panagia, è la più vicina ad Alonissos e – secondo le recensioni – anche la più interessante. Appena partito, trovo un discreto vento: la sera prima avevo già preparato il Code Zero, una vela leggera e ampia che permette di restare “gonfia” anche con vento debole. Con questa vela si naviga che è un piacere!
Arrivo alla baia di Agios Petros dove trovo solo una barca ancorata e, quindi, tanto spazio a disposizione. Bagnetto con la maschera, sperando di vedere chissà quali pesci – in fondo siamo in un parco marino – ma con grande delusione noto solo qualche pesciolino e niente di più. Capisco quelli che si lamentano di dover pagare il biglietto per non vedere nulla. Che forse la parte più interessante sia nell’entroterra?
Dopo mezz’oretta riparto, stavolta in direzione del monastero di Kyra Panagia. C’è ancora un bel venticello e continuo a veleggiare con la Code Zero, ma appena giro “l’angolo” dell’isola il vento scompare. Poco male: un po’ di motore per uscire dalla piatta e poi si torna a vela fino alla caletta del monastero. Con mia sorpresa, non c’è nemmeno una barca. Salgo i consueti gradini per raggiungere il monastero, dove vengo accolto dall’unico monaco con un bicchiere d’acqua, un po’ di tsipouro e un lokum. Mi racconta che, insieme a pochi aiutanti, coltivano la vigna da cui producono vino e tsipouro. Importano anche olive da Skopelos, con cui ricavano l’olio che poi vendono. Ne ho acquistata una bottiglia, visto che ne sono un grande consumatore.
Riprendo la rotta per tornare verso Alonissos, completando la circumnavigazione di Kyra Panagia in direzione nord, ma una volta doppiato il capo più a nord, il vento cessa quasi completamente. La parte est dell’isola è navigabile solo mantenendo una distanza minima di 0,33 miglia nautiche dalla costa, perché ci sono grotte dove vive la foca monaca. Purtroppo, molte barche a vela a noleggio – o non leggono le direttive, o se ne infischiano…
Avvicinandomi di nuovo ad Alonissos, il vento riprende vigore e posso godermi ancora un po’ di bella vela. Raggiungo infine la baia di Tzortzi, dopo un bel giro di 35 miglia nautiche in poco più di 7 ore, senza contare le varie soste.
Stare fermo non riesco, e allora decido di andare a visitare il vecchio paese di Alonissos che, come spesso accade in Grecia, è chiamato Chora. In rete vedo che dalla cittadina principale, Patitiri, parte un bus per la Chora. Dopo quasi un’oretta di cammino arrivo a Patitiri, ma mi dicono che il bus non parte — senza fornirmi ulteriori spiegazioni… Vabbè, decido di proseguire a piedi lungo un grazioso sentiero che porta su fino alla Chora.
La cittadina è carina, con un’atmosfera piacevole, anche se durante il giorno in questo periodo è poco frequentata. Forse la sera, grazie ai numerosi ristorantini, si anima un po’ di più. In generale, però, l’isola mi sembra la meno frequentata delle Sporadi, quindi dubito che la vita notturna sia particolarmente vivace.
Bene, è ora di cambiare rotta e dirigersi verso il golfo Pagaseo per poi raggiungere Volos. Comincio ad accorciare il percorso tornando al porto di Skopelos, dove conto di restare due o tre giorni per fare qualche camminata, rifornirmi un po’ e — ovviamente — aspettare il vento giusto.