Oggi è il giorno della partenza per Lipsi, che dista poco più di 6 miglia nautiche. Avevo già sentito parlare di quest’isola quando stavo aspettando il traghetto da Kos per Leros. Due persone si stavano scambiando le rispettive destinazioni, e quando una ha menzionato Lipsi, l’altra ha detto che, secondo lei, era l’isola più bella del Dodecaneso. Ora tocca a me scoprirlo.
Parto con vento debolissimo, ma decido comunque di issare la randa. La prima parte della manovra va liscia, ma verso la fine inizio a fare una fatica tremenda, e non riesco a sollevare completamente la vela. Non voglio nemmeno stressare troppo il winch (quel dispositivo che aiuta a tirare cime, scotte, drizze…), così decido di veleggiare con una mano di terzaroli. Ripensandoci, credo che il problema sia l’amantiglio, la cima che tiene sollevato il boma: è troppo poco cazzato. Proverò domani a regolarlo meglio, ma per oggi lascio tutto così.
Purtroppo il vento cala ulteriormente, costringendomi ad ammainare la randa e continuare a motore. Non è un problema, quello che volevo testare l’ho fatto, anche se… ecco la mia stupidaggine del giorno: mollo troppo l’amantiglio e… crack! Il boma cade dritto su uno dei pannelli solari. Ma come ho fatto a non pensarci? Fortunatamente, il pannello sembra ancora funzionare, anche se il vetro protettivo è rotto. Un’altra spesa imprevista…
Mi avvio verso la baia che avevo scelto, Pandrià, e, con mia sorpresa, non la trovo così affollata come pensavo. Ancoro e scendo a controllare: come al solito, l’ancora non si conficca perfettamente, ma sembra tenere bene. Anche con raffiche di vento che raggiungono i 15-20 nodi, la barca non si sposta.
Vedremo cosa ci riserva quest’isola!
Oggi, 29 agosto, è stata una giornata davvero entusiasmante. Ho navigato per poco più di 10 miglia nautiche e ho trovato finalmente un bel vento. Ho issato la randa, ma anche oggi non sono riuscito a farla salire fino in cima. Ho la sensazione che questa randa sia stata progettata per barche con l’albero inclinato verso poppa… chissà. L’amantiglio, che ieri avevo già cazzato, probabilmente dovrò tenderlo ancora un po’. Alla fine, la issata con una mano di terzaroli ha funzionato, e la barca ha iniziato a avanzare discretamente.
Passo dietro gli isolotti vicino a Lipsi, apro anche il genoa con una mano e provo a virare. La barca risponde bene, anche se non ho ancora ben chiaro qual è il suo limite. Fino a che velocità del vento posso tenere una mano di terzaroli? E il mare, quanto formato deve essere per diventare critico? Con una mano di terzaroli, riesco comunque a raggiungere circa 9 nodi di velocità, e stimando che il vento fosse sui 15 nodi (l’anemometro non funziona ancora), sembra una barca davvero veloce.
Provo a fare una virata, e con una buona velocità diventa un gioco da ragazzi! Mi sono divertito parecchio a risalire il vento per arrivare al porto di Lipsi. Poco prima dell’imbocco del porto, rollo il genoa e cerco di ammainare la randa dal pozzetto, ma è quasi impossibile. Perché? I carrelli devono essere revisionati? O era troppo vento? Ancora non lo so. Alla fine, vado al piede dell’albero, assicurato alla jackline, e faccio scendere la randa manualmente.
Trovo finalmente un posto per ancorare dopo averne provati due. Il terzo tentativo, vicino a un altro catamarano, è quello giusto: l’ancora tiene quasi perfettamente, e posso trascorrere un pomeriggio e una notte in tutta tranquillità.
Avevo letto su un sito che Lipsi non è più quella piccola isola dove ci si spostava a dorso di mulo: ora ci sono strade asfaltate, auto e scooter! … vedi foto … ?
Oggi mi rendo conto che gli anni passano, e tutte le manovre—virate, issare, ammainare, controllare l’ancora—cominciano a farsi sentire! Così decido di cercare un po’ di riposo al porticciolo di Lipsi. Con un pizzico di fortuna, trovo un posto all’interno, accanto a una simpatica famiglia di Milano. Lui, con grande disponibilità, mi aiuta a sistemare l’anemometro: si arrampica in testa d’albero con l’agilità di una scimmia (ben assicurato, ovviamente), spruzza un po’ di anti grippante, e in cinque minuti il problema è risolto!
Poi mi dedico alla prima corsetta da quando sono in barca, anche se si è trasformata in un’avventura: prima un bel tratto di strada sterrata, poi un sentiero da capre e infine un’arrampicata quasi a picco sul mare (questa parte non mi è piaciuta molto…). Arrivo alla solita chiesetta, vicino a una splendida insenatura, e dopo una bella salita, mi aspetta un falsopiano e una discesa verso il porto. Forse un po’ troppo per una prima corsa dopo un mese di inattività!
Per ringraziare la famiglia milanese del loro aiuto, propongo di offrire loro una cena, ma mi concedono solo di pagare l’aperitivo. Così ci sediamo a chiacchierare delle nostre esperienze di navigazione. Loro sono in barca con la madre, mentre il padre, settantacinquenne, naviga per la Grecia con la moglie da 6-7 anni. Hanno passato anni in Croazia, che trovano bellissima, ma l’aumento dei costi e la poca gentilezza dei locali li ha spinti a cercare mete più a sud, esplorando ora la Grecia.
Purtroppo, è il loro ultimo giorno di vacanza, dato che devono tornare al lavoro e il figlio, Diego, inizia la prima liceo. Per cena, andiamo insieme al ristorante Kalypso, dove gustiamo dell’ottimo pesce (anche se l’attesa è stata interminabile!). Dopo cena, mi concedo il consueto gelato e una passeggiata nel paesino, che trovo davvero incantevole. Mi viene quasi da temere che, essendo così ben tenuto, Lipsi possa trasformarsi in una nuova Santorini… Speriamo di no!
Questa mattina ho scambiato due chiacchiere con altre persone in pensione da qualche anno, che come tanti, hanno trascorso molto tempo in Croazia. Tuttavia, anche loro, come molti altri, hanno deciso di lasciarla a causa dei costi elevati e di un certo atteggiamento arrogante degli abitanti. Tutti mi parlano molto bene del Peloponneso, descritto come una delle zone più belle della Grecia, anche se trovare rifornimenti d’acqua può essere un po’ complicato. Sembra che questa regione potrebbe essere una delle mie prossime destinazioni!
Al porto sono arrivati dei francesi, anche loro in giro per la Grecia da anni. Una cosa importante che mi hanno detto è che qui i temporali sono praticamente assenti, il che rende la navigazione più tranquilla e le condizioni meteo decisamente più prevedibili.
Ho deciso di esplorare l’isola con uno scooter da 50cc, noleggiato per soli 10€. Durante il giro ho scoperto alcune spiagge davvero incantevoli, molte delle quali con vera sabbia, cosa non scontata da queste parti. Una delle mie preferite è stata “Platis Gialos“, ma ce ne sono molte altre altrettanto belle. Devo dire che, finora, questa è l’isola che mi ha colpito di più: il paese è curato nei minimi dettagli, i prezzi dei ristoranti sono buoni (un po’ meno quelli dei minimarket), e il centro viene chiuso al traffico la sera, creando un’atmosfera molto piacevole.
Ci sono anche molti italiani cordiali in giro, e ho notato un gesto bellissimo da parte del comune: hanno installato delle casette dove chi vuole può lasciare cibo per i gatti randagi. L’isola sembra avere più chiesette che abitanti, e finalmente ho trovato un’acqua limpida come si deve! Se devo trovare un punto negativo, direi il porto: quando arriva il traghetto, le onde sono talmente forti che persino nel porto interno si balla parecchio.
3 Comments
adesso capisco perché tanti vanno in pensione in grecia…..
comunque non avevo notato che sopra la bandiera dell’australia c’era quella del sud africa… saranno stati come il mio ex capo che sud africano emigrato in australia….
forse non si vede bene ma erano due barche vicine, due bandiere differenti